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697
In questo articolo ti parlo di:
Mi sono reso conto, ultimamente, che moltissimi colleghi non hanno ancora sentito parlare di Google Tag Manager - o magari ne hanno sentito parlare, ma non sono riusciti ad approcciare lo strumento nel modo giusto, per cui hanno desistito.
Per tutti costoro, e anche per chi ha l'insana voglia di mettere le mani su uno strumento straordinario, da poco approdato alla versione 2.0, pubblicherò ogni mercoledì una puntata di questa sorta di corso base all'utilizzo di Google Tag Manager, con la speranza che sia di qualche utilità per i miei lettori.
Cos'è Google Tag Manager
Iniziamo dalla domanda più ovvia: cos'è Google Tag Manager, e perché si parla tanto di lui?
La risposta più banale a questa domanda suonerebbe:
Google Tag Manager è uno strumento che consente di centralizzare e ottimizzare la gestione dei Tag presenti sul tuo sito web o sulla tua Mobile App.
Detto così, non vuol dire molto, vero?
Proviamo a riformulare.
Diciamo allora che Google Tag Manager è uno strumento che consente al piccolo imprenditore, al Marketing Manager e al Web Analyst di tener traccia, analizzare e misurare in modo centralizzato qualsiasi evento o azione compiuta da un utente nel proprio sito web (o nella propria applicazione, ma questo non lo diremo più: concentriamoci sul sito web, che già così ce n'è abbastanza da dire).
Tutto questo - ed è qui probabilmente il 50% dei motivi per cui è conveniente passare a Google Tag Manager - indipendentemente non solo dal tool di web analytics utilizzato, ma anche e soprattutto dal codice della pagina web che si vuole analizzare.
Insomma, con Google Tag Manager è possibile il miracolo di una gestione autonoma da parte del marketing della propria attività di misurazione, a patto che, ovviamente, sulla pagina web che si vuole analizzare sia presente un piccolo frammento di codice - l'ultimo favore che chiederemo al nostro IT.
Come funziona Google Tag Manager
Il modo in cui funziona Google Tag Manager è tanto semplice quanto geniale. Si installa uno snippet (ovvero un frammento di codice) su ogni pagina, e si lascia a Google Tag Manager l'onere di acquisire tutte le informazioni che fino a ieri passavamo ad Analytics integrando continuamente e diffusamente frammenti di codice lungo tutto il tuo sito web.
Un esempio?
Immagina che tu sia improvvisamente impazzito, e che tu voglia analizzare i click su tutti i link che corredano i testi dei 1000 articoli del tuo blog. L'obiettivo è sapere quali sono i link più cliccati, inserendo in un report il titolo della pagina, l'anchor del link (ossia il testo linkato) e il numero di click.
Come faresti?
Attualmente, se non si vogliono utilizzare funzioni complesse "da programmatori", conosco solo un metodo: aprire tutte le pagine, verificare tutti i link e inserire in ognuno un evento da attivarsi al momento del click.
Oppure, rivolgersi a Tag Manager per compiere l'operazione, e risolvere il problema con dieci minuti di implementazione e senza nemmeno aprire il codice dei tuoi articoli.
Ne parleremo più diffusamente nelle prossime settimane.
Per ora ti basti sapere che tutto ciò è possibile non solo in modo estremamente semplice, ma anche senza appesantire minimamente la User Experience e il carico di lavoro del tuo server: tutte le operazioni avverranno infatti nell'interfaccia GMT e tutti i risultati verranno inviati al tuo tool di Analytics, senza alcun rischio per la sicurezza del tuo server e senza impattare minimamente sui dati. A patto, naturalmente, che le cose siano fatte per bene.
Passiamo alla pratica: installare Google Tag Manager
Installare Google Tag Manager sul tuo sito è un'operazione veramente semplice e priva di ostacoli - salvo la richiesta di installare a un certo punto un frammento di codice su tutte le pagine del tuo sito, un po' come accade per il codice di monitoraggio di Google Analytics.
Vediamo nella pratica come si fa.
1. crea un account
Passaggio obbligato, ovviamente.
Vai sul
sito di Google Tag Manager, e registrati al servizio utilizzando le tue credenziali Google. Crea subito un
nuovo account GTM:

2. Crea un contenitore
Dopo aver creato il tuo Account (che diventerà da questo momento il tuo punto di accesso al magico mondo di Google Tag Manager) Google Tag Manager ti richiederà di creare il tuo primo contenitore.
Cos'è un contenitore?
In sostanza, possiamo semplificare dicendo che il contenitore è un po' l'equivalente delle Proprietà di Analytics. Un Account può disporre di più contenitori, per gestire diversi siti e applicazioni, o semplicemente per avere un layer di test dove creare agevolmente i propri tag senza fare danni.
3. Inserisci il Tag Manager Code nel tuo sito
Bene.
È arrivato il momento di... cancellare dal tuo sito il codice di monitoraggio di Google Analytics.
Se nel tuo codice non hai impostato tag particolari per dialogare con Google Analytics (come ad esempio dimensioni o eventi personalizzati) sostituisci tranquillamente il codice di monitoraggio di Google Analytics con il codice di Codice di Installazione di Google Tag Manager. In caso contrario, ti converrà per il momento creare una nuova proprietà di Google Analytics che ti servirà a mettere a punto Google Tag Manager senza perdere dati e senza rischiare di far danni.
Una volta soddisfatto del tuo lavoro su GTM, potrai infine cancellare il codice di monitoraggio dal tuo sito e sostituire l'Id di test con quello reale in GTM.
In ogni caso, per poter procedere dovrai installare il codice di installazione di Google Tag Manager su tutte le pagine del tuo sito, possibilmente subito sotto il tag <body>.
Installare Google Tag Manager su WordPress
Questa non è ovviamente una guida all'utilizzo dei diversi CMS con Google Tag Manger. Allo scopo di installare lo script di tracciamento, peraltro, sono disponibili per ogni CMS diversi plugin.
Io, personalmente, come al solito consiglio di non installarne nessuno, e di mantenere il più possibile il controllo sull'esecuzione dello script. Per WordPress, in particolare, l'installazione dello script di Google Tag Manager è piuttosto semplice, anche se richiede l'editing di un file che troverai nell'elenco dei file relativo al tema, il file header.php. Vediamo allora come fare in tre semplici passaggi.
1. Nel backend di WordPress, apri Appearance > Editor per visualizzare i file del tuo tema corrente
2. Tra i file del tema, trova e apri il file denominato header.php

3. Apri il file e trova il tag <body>.
Subito dopo, e prima delle istruzioni relative alla costruzione della pagina, andrà inserito il codice di tracciamento di Google Tag Manager.
Scegli le variabili
Giunti a questo punto, sarà necessario attivare le variabili integrate in Google Tag Manager - ovvero, tutte quelle variabili già preimpostate nel tool di gestione dei tag di Google, che consentono al sistema di funzionare.
La quantità di variabili da mettere a disposizione del sistema dipende dal lavoro che intendiamo svolgere. Per gli scopi di questa guida, manterrei attive le variabili così come schematizzate nella schermata qui sotto.

Configuriamo GTM per dialogare con Google Analytics
Google Tag Manager, lo dicevo all'inizio, è strutturato per poter dialogare senza problemi con la maggior parte dei tool di monitoraggio disponibili sul mercato. Qui mi concentrerò, per ovvie ragioni, sul solo Google Analytics.
Installato GTM, siamo pronti per recuperare le informazioni di Analytics che dovremo utilizzare per mettere in connessione i due tool.
Per iniziare, creiamo una costante che contenga il nostro ID di Universal Analytics. Per farlo, andiamo su Variabili, e creiamo una nuova variabile di tipo Costante.
Chiamiamola TrackingCode (puoi chiamarla come vuoi), e inseriamo in essa il codice UA-XXXXXX-X che caratterizza il nostro account Analytics:
Compiuta questa operazione, non dovremo fare altro che comunicare il valore della nostra costante TrackingCode a Google Analytics.
Andiamo allora su Tag, e creiamo un nuovo Tag di Analytics.
Clicchiamo su Nuovo, e scegliamo Google Analytics come tipologia di tag. Quindi impostiamolo nel seguente modo (do per scontato che tu utilizzi Universal Analytics, altrimenti modifica questa opzione):
Ecco: il nostro tag di Analytics è creato. Il problema è che dobbiamo convincerlo ad attivarsi, quando accediamo a una pagina.
Per fare ciò, dopo aver cliccato su Continua, sceglieremo l'opzione Attiva su tutte le pagine. Dovresti trovarti in questa situazione:
Se è così, clicca su Crea tag, e il gioco è fatto!
Pubblica il tuo lavoro
Dimenticavo: Google Tag Manager consente di lavorare in modo differito. Ciò vuol dire che per rendere operativi i nostri progressi dobbiamo pubblicarli. A questo scopo, è sufficiente cliccare sul pulsante Pubblica in alto a destra. Facile, no?
Continua...
Il primo appuntamento con le impostazioni di base di Google Tag Manager si chiude qui. Nella prossima puntata parleremo più in dettaglio delle impostazioni base di Analytics, in modo da renderlo compatibile con la cookie law e più utile per le nostre attività di marketing.
Alla prossima!
Dovevano prenderti in Google per il corso online sul tag manager…bellissimo articolo: facile da leggere, esaustivo e di importanza fondamentale! Grazie
Grazie mille, Giulia! Il corso continuerà almeno per un paio di mesi: non mancare! 🙂
Ottimo articolo, piacevole e scorrevole da leggere 🙂
Grazie! 🙂
Come sempre Fabio è impeccabile. Complimenti e grazie 🙂
Grazie, troppo buono 🙂